
Giovanni Ludovico
I spirato dai grandi produttori e dai vini che hanno tracciato la storia dell’enologia mondiale, Giovanni, intorno ai trent’anni, decide di trasformare il sogno di produrre vino in realtà, e di intraprendere gli studi di Viticoltura ed Enologia nella sua Bologna, città in cui vive e lavora da ormai dieci anni.
Consapevole di essere originario del paese da sempre più vocato alla produzione di Primitivo, ovvero Sava, decide di impegnarsi esclusivamente su questa varietà e in particolare sul biotipo storicamente presente nella zona. L’idea è quella di creare un grande rosso che, come caratteristica principale, deve avere grande eleganza e massima longevità; un vino che racconti al meglio l’identità del suo territorio, un vino in grado di emozionare.
Comincia un lavoro di zonazione dell’areale savese con l’obiettivo di ricercare i migliori appezzamenti con le caratteristiche ideali, ne identifica quattro, per una superficie totale di 2.09 ettari, alberelli vecchi di circa 50 anni, su terra rossa, e nelle contrade più vocate, che gli permettono di ereditare un importante lascito sia ampelografico che antropologico, fatto di uomini e di storia antica, fatto di lavoro e sacrificio, di amore per quelle viti e quei suoli e per la tradizione di quei luoghi.
Le sperimentazioni cominciano da subito. È il 2015 e Giovanni prosegue gli studi e le relative prove fino al 2017, affinando tecnica e stile.
L’anno seguente, visti gli incoraggianti risultati delle sue sperimentazioni, decide di far ritorno nel paese natio e di immergersi totalmente nel progetto.
L’annata 2018, però, è caratterizzata da un difficile andamento climatico e si rivela non essere delle più favorevoli per gran parte della viti-enologia italiana, come anche per Sava. Le uve non verranno trasformate e Giovanni per poter dare alla luce il suo vino sceglierà di attendere l’annata successiva. Nasce così il “Primitivo Vecchie Vigne 2019”, che entra in commercio nel Novembre del 2021.
